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La fondazione
La Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri è stata costituita il 27/02/1978 per volontà del Maestro Alberto Burri. E’ riconosciuta quale persona giuridica privata con Decreto del Presidente della Giunta Regionale della Regione Umbria n. 272 del 07/04/1978[/s7upf_information][vc_row_inner][vc_column_inner width=”1/2″][s7upf_information style=”info-work” icon=”la la-building” link=”#” title=”Palazzo Albizzini” desc=”Il Palazzo Albizzini risale alla seconda metà del XV secolo, ha una superficie totale di 1660 mq. ripartita in tre piani ed ha un’impronta che rimanda alla sobria architettura rinascimentale di ascendenza fiorentina. Degli Albizzini si hanno notizie fino dal XIV° secolo e i suoi componenti sono stati protagonisti di rilievo nelle vicende storiche della città. Sul loro altare all’interno della chiesa di San Francesco era lo “Sposalizio della Vergine“ di Raffaello, oggi a Brera. L’edificio, acquisito dalla Cassa di Risparmio di Città di Castello che ne ha promosso il restauro, iniziato nel 1979 e terminato nel 1981, è stato poi consegnato in comodato gratuito novantanovennale alla Fondazione. Nell’intervento di restauro del monumento, già in condizioni di avanzato degrado estetico e statico, sono stati adottati, dagli architetti progettisti Alberto Zanmatti e Tiziano Sarteanesi, accorgimenti che ne hanno consentito il recupero spaziale, senza l’introduzione di elementi che avrebbero potuto compromettere i delicati equilibri espositivi. Il ripristino degli intonaci con calce e sabbia lucidati a cazzuola ha reso all’architettura, che pure ha subìto complessi interventi di consolidamento, un aspetto assolutamente puntuale e rispettoso della sua originale peculiarità nel rapporto con il grigio della pietra, elemento lapideo ricorrente nella definizione spaziale del palazzo. Le 130 opere esposte, comprese in un arco cronologico dal 1948 al 1989, sono Catrami, Muffe, Gobbi, Sacchi, Legni, Ferri, Combustioni, Cretti e Cellotex, oltre ai bozzetti per scenografie ed alcuni esempi della produzione grafica.” custom_css=”.vc_custom_1617896907219{margin-bottom: 150px !important;}”][/s7upf_information][vc_single_image image=”911″ img_size=”large” add_caption=”yes” alignment=”center”][/vc_column_inner][vc_column_inner width=”1/2″][s7upf_information style=”info-work” icon=”la la-university” link=”#” title=”Ex Seccatoi” desc=”Gli Ex Seccatoi del Tabacco, inaugurati nel 1990, collocati nell’immediata periferia di Città di Castello, costituiscono un esemplare recupero di archeologia industriale operato per volontà di Alberto Burri che li ha immaginati come luogo adatto ad ospitare le sue ultime creazioni. Vi sono esposte 128 opere realizzate fra il 1974 e il 1993.
Burri entra negli Ex Seccatoi, così come aveva fatto a Palazzo Albizzini, rispettoso di tutte le potenzialità di questo incredibile spazio, coniugandolo perfettamente ai suoi lavori più recenti.
L’enorme complesso, che risale all’immediato dopoguerra, era destinato a raccogliere il tabacco coltivato nell’Alta Valle del Tevere e assolve, nel 1966, il nobile compito di accogliere i volumi della Biblioteca Nazionale, e del Tribunale di Firenze dopo l’alluvione, affinché restaurati.
Nelle opere esposte l’interesse del pittore si concentra primariamente su un unico materiale: il cellotex, una sorta di impasto di legno impiegato sin dai primi quadri degli anni Cinquanta come supporto, che ora viene svelato e sulla cui superficie l’artista interviene a volte scalfendo, incidendo o sollevandone la pellicola più esterna, altre volte dipingendolo. Le opere sono collocate per “cicli” in hangar distinti. Ognuno di essi ha una sua sinfonia composta da più elementi, tutti in armonia fra loro e l’uno imprescindibile dagli altri.
I cicli segnano la svolta di Burri verso un’arte più complessa e monumentale, l’artista è stimolato dal rapporto di queste opere con gli spazi suggestivi e affascinanti degli Ex Seccatoi.
In questa sede si sono tenute conferenze d’arte moderna e contemporanea, sul restauro del contemporaneo, convegni d’aggiornamento in collaborazione con autorevoli istituzioni parallele, nazionali e internazionali.
Inoltre la Fondazione cura esposizioni e relativi cataloghi dedicati alle opere di Burri, poster, cartoline e video sulla vita e sul lavoro dell’artista, in vendita nei bookshop dei tre spazi espositivi.”][/s7upf_information][vc_single_image image=”913″ img_size=”large” add_caption=”yes” alignment=”center”][/vc_column_inner][/vc_row_inner][s7upf_information]
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